Prendendo in considerazione il grafico prodotto dall’Osservatorio Tassi Eubibor, IRS e BCE, si potrà facilmente registrare che l’aumento dei tassi ha raggiunto i livelli del 2008. In una recente audizione al Parlamento Europeo, la Presidente della BCE Christine Lagarde ha spiegato che “i tassi hanno raggiunto livelli che, mantenuti per un certo periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo tempestivo ed essenziale per il ritorno dell’inflazione al 2%”.
“Negli anni della crisi, iniziata nel 2008, l’inflazione era sotto controllo – spiega Andrea Fiore, Senior Manager Kiron Lecce – Per combattere la crisi Euribor e IRS fecero scendere i tassi, portandoli vicini e sotto lo zero, tenendo abilmente in equilibrio i tassi fissi e variabili. Negli ultimi vent’anni, tranne per alcuni sparuti momenti, i tassi variabili sono stati sempre più bassi dei fissi, riuscendo a tenere quindi a bada l’inflazione.
Negli ultimi anni, poi, si è registrato un sostanziale ‘doping fiscale’ dovuto all’avvento del Covid-19, ma non solo, parliamo dell’aumento della benzina, della novità del Superbonus, tutte dinamiche che hanno innescato una triplicazione dei prezzi delle materie prime (con tutte le conseguenze del caso). L’inflazione è diventata ingestibile, per questo la Comunità Europea ha messo mano ai tassi d’interesse variabili, divenuti per la prima volta più alti dei fissi. Il risultato è che l’inflazione non ha subìto sostanziali miglioramenti e che le Banche non riescono più a vendere denaro.
Il grafico dell’Osservatorio parla chiaro: la medicina imposta dalla BCE non porta a nessun beneficio, per questo crediamo che a breve o medio termine i tassi torneranno ad abbassarsi perché l’effetto voluto non è arrivato. Il consiglio che possiamo dare quindi è di affidarsi attualmente ai tassi fissi per poi surrogarli in variabili quando le condizioni del mercato saranno favorevoli, tra 18/24 mesi. In tutto questo, però – conclude Fiore – c’è un messaggio molto positivo: la curva è destinata a scendere, magari anche tra un anno, per questo è importante muoversi ora per poi surrogare a titolo gratuito il proprio mutuo con un tasso variabile che, sicuramente, sarà molto più conveniente. Nessun allarmismo, nel 2008, in piena crisi economica, il costo del denaro era al 5% più lo spread della banca, con mutui al 6,90%. Oggi siamo al 3% più lo spread, quindi parliamo di un mercato assolutamente in linea con le medie sell’area Euro “.